Riattivare una comunità da remoto si può?
Per molti è un missione impossibile ma noi ci abbiamo provato,
e possiamo confermarvi che riattivare una comunità da remoto si può, anche se nel gruppo sono presenti persone con poca confidenza con la tecnologia.
Che cosa ha fatto la differenza?
- Una forte intenzione individuale e di gruppo;
- i giusti metodi e format di lavoro collaborativo;
- la presenza di un team di facilitatori.
Sei curioso di sapere come? Bene… questa è la nostra storia!
Questo 2020 si è rivelato un anno estremamente sfidante per tutti. Tuttavia, dietro la facciata delle difficoltà, ha fatto emergere delle opportunità straordinarie.
Come amiamo raccontare negli eventi di formazione, ciò che accade ha una natura neutra, è un fatto. Viverlo come un evento ad alto impatto (sia esso positivo o negativo) dipende dalle nostre prospettive personali. Permettere a un evento di cambiare le nostre vite, dipende dalle nostre scelte, dalle nostre decisioni e dalle nostre azioni.
I paletti imposti dal governo sugli spostamenti di persone e merci, per frenare la diffusione della pandemia, hanno portato ad una profonda trasformazione dei flussi delle persone sul territorio.
Hanno cambiato i bisogni e i desideri dei viaggiatori sulle destinazioni da esplorare, sulle attività da fare lontani da casa e le caratteristiche degli alloggi. Hanno trasformato i nostri comportamenti sul lavoro e le modalità di comunicazione con familiari, colleghi, clienti e amici.
Anche noi di BRIT, che abbiamo fondato il cuore del nostro lavoro sui laboratori in presenza per riattivare le famiglie proprietarie delle dimore storiche e le comunità dei borghi delle aree interne, abbiamo dovuto convertire tutti i format dei nostri eventi, per riuscire a facilitarli anche da remoto.
Trasformare le modalità di relazione con i clienti, i business partner, i fornitori, i soci è una scelta di sopravvivenza e di resilienza per le imprese.
Ma che cosa succede se le persone non sono così veloci ad adeguarsi ai cambiamenti strutturali che la vita ci mette di fronte?
È indispensabile fermarsi, rallentare e supportare tutti per garantire un allineamento fra le persone.
Serve imparare cose nuove, acquisire nuove competenze e trasmetterle affinché le idee possano circolare e creare valore per noi, le nostre famiglie e la comunità.
Fortunatamente BRIT è una società nata liquida. Il mio socio Renzo ed io, infatti, viviamo molto distanti e da quando ci conosciamo, dal lontano 2009, lavoriamo da remoto. Utilizziamo quotidianamente tutti gli strumenti per la videoconferenza e il lavoro collaborativo che il web ci mette a disposizione.
Zoom, Google Drive, Dropbox, Whatsapp, Google Meet, Streamyard, sono solo alcuni degli strumenti che abbiamo imparato ad usare, per gestire il lavoro da remoto: da marzo 2020 si sono dimostrati la nostra grande porta di accesso e di vicinanza alle persone.
Dal primo lockdown viviamo continuamente connessi: 8-10 ore al giorno a conoscere persone, ad ascoltare storie di spopolamento e di abbandono da tutte le parti d’Italia, che gli abitanti locali o famiglie stanche di vivere in città, vogliono impegnarsi a contrastare.
Si è diffuso un grande desiderio collettivo di rinascita, di cambiare ciò che non funziona più, di trovare soluzioni a problemi sistemici che ci affliggono da decenni e che non avevamo il tempo di riconoscere, vedere e prendercene cura.
Uno dei doni che le nuove regole di mobilità ci hanno portato, è il ritorno degli Italiani a visitare, esplorare e osservare con occhi nuovi l’Italia.
L’Italia sta tornando visibile, le aree interne sono tornate nel radar degli interessi della politica, dei cittadini e degli imprenditori italiani.
Chi ha creduto nel valore di questi territori e si è impegnato a promuoverli, si è trovato pronto a cogliere l’occasione per farsi conoscere e aggregare l’attenzione di tante persone sulla propria missione.
Da oggi iniziamo così il DIARIO di un nuovo percorso di comunità, di un nuovo LABORATORIO di TRASFORMAZIONE SOCIALE FATTO TUTTO DA REMOTO, che probabilmente non sarebbe nato senza le occasioni d’incontro da remoto stimolate dal blocco degli spostamenti.
* * *
Partiamo dall’inizio.
Torniamo al 12 giugno. Quel pomeriggio Paolo Fedi di ManagerItalia (https://www.linkedin.com/in/paolofedi/), mi invitò ad un suo corso di formazione sulla Teoria U, per raccontare ai partecipanti come la applichiamo al tema del ripopolamento dei Borghi delle aree interne.
In quella stessa occasione mostrai come trasformare i format delle Mappe 3D e delle Mappe 4D del Presencing Institute per riattivare le comunità da remoto. Descrissi passo dopo passo come creare gli scenari di sviluppo con oggetti “virtuali” e “giochi di ruolo da remoto”, utilizzando Zoom e gli strumenti gratuiti di Google Fogli e Google Disegni.
Fra i partecipanti a quell’incontro c’era anche Federica Maino, ricercatrice dell’Istituto per lo Sviluppo Regionale di Eurac Research , uno dei centri di ricerca più importanti del nostro paese focalizzato su questi temi:
- regioni dove si vive bene;
- la diversità come valore;
- una società sana.
BRIT e “Montagne Vitali”
Il 3 luglio ricevo una mail di Federica dove mi racconta che fa parte di un team di ricerca che sta sviluppando in Trentino un progetto con molte affinità con quello che facciamo noi.
Il progetto si chiama “Montagne Vitali” (http://www.montagnevitali.tk/): un percorso iniziato nel 2019 con l’obiettivo si definire un piano strategico per la valorizzazione e il ripopolamento del borgo di Montagne.
Montagne è un borgo composto dalle tre frazioni di Cort, Larzana e Binio. Si trova nelle aree più elevate del Comune di Tre Ville: un Comune della Provincia autonoma di Trento, nato nel 2016 dall’aggregazione di Montagne con Ragoli e Preore.
Si tratta di un territorio che, nonostante la vivacità culturale della comunità, non è esente da un lento e progressivo trasferimento degli abitanti verso le zone di valle.
Il Team di Eurac nel suo primo anno di progetto, ha svolto un importantissimo lavoro di analisi del territorio e di coinvolgimento della comunità. Ha fatto emergere tutti i punti di forza, le opportunità di sviluppo e le criticità sfidanti su cui investire una progettualità di comunità.
Da questo lavoro è emerso come tema strategico la creazione di una rete di ospitalità diffusa sul territorio di Montagne.
Verificati gli obiettivi, i tempi e le risorse finanziarie disponibili, insieme ad Eurac, e in accordo con il Comune di Tre Ville, abbiamo avviato un percorso per la progettazione della rete di ospitalità diffusa. Il tutto coinvolgendo fin da subito, un gruppo di cittadini attivi della Comunità di Tre Ville.
Ecco che cosa faremo insieme nei prossimi mesi.
IL PERCORSO IN OTTO TAPPE
Trasformare una località poco conosciuta, in una destinazione turistica, è un progetto molto sfidante.
È un lavoro che comporta cambiamenti profondi della comunità locale. Identità, valori, comportamenti e ruoli consolidati nel tempo, potrebbero essere messi in discussione, facendo emergere paure e tenaci resistenze.
I cambiamenti sistemici necessitano perciò di tempo, pazienza e tanto ascolto. Cooperazione, investimento di risorse, acquisizione di nuove competenze, una profonda connessione fra le persone coinvolte nel processo sono la base.
La Teoria U ci ha insegnato che un percorso di cambiamento virtuoso si svolge in otto tappe, come rappresentato nello schema di colore giallo sottostante:
Le prime cinque tappe si possono compiere in 5-6 mesi, mentre le tappe della parte ascendente della U, variano in base alla complessità della sfida da affrontare e alla convergenza dei partecipanti.
Con la Comunità di Tre Ville per ora ci concentreremo sulle prime tre tappe del percorso, focalizzate su:
- la creazione della squadra di cittadini attivi che parteciperanno al percorso;
- l’emersione di una loro intenzione comune;
- l’acquisizione di informazioni sul mercato dell’ospitalità locale;
- l’allenamento all’ascolto profondo capace di generare una progettualità collettiva;
- la creazione dello scenario futuro a cui desiderano contribuire insieme;
- la comprensione dei bisogni, dei desideri e dei comportamenti dei clienti ideali a cui rivolgere i servizi di ospitalità.
Se volete sapere come riattivare una comunità da remoto rimanete sintonizzati… Ne vedrete delle belle!
* * *
Se desideri ricevere ulteriori informazioni in merito al metodo o al progetto scrivici qui: